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Succhi di frutta & C

È la Svizzera la terra d’origine del succo di frutta, nel senso che il primo succo di mele industriale fu fabbricato lì Svizzera, più di un secolo fa. Da allora i succhi di frutta hanno conosciuto un'enorme fortuna: piacciono a tutti, grandi e bambini, e la loro produzione è in continuo aumento. Sono tanti i motivi di questo successo: i succhi sono buoni, c’è una grande disponibilità di materia prima (ogni anno parte della produzione agricola non viene venduta come frutta fresca per non far precipitare i prezzi del mercato) e resiste l’dea che “facciano bene” e possano costituire una valida alternativa al consumo della frutta fresca. Ma è proprio così? E poi, i succhi sono tutti uguali? Come distinguerne la qualità?

Succhi, nettari e bevande

Intanto è da chiarire che i succhi non sono affatto tutti uguali. Parlando genericamente di “succhi di frutta”, si accomunano, infatti, due categorie di prodotti ben distinte: i nettari e i succhi veri e propri. Le differenze tra i due sono notevoli e conviene leggere bene la denominazione riportata in etichetta:

  • I “succhi di frutta” sono costituiti al 100% di succo, ottenuto spremendo direttamente i frutti. Possono o meno essere addizionati di zucchero, ma non sono diluiti con acqua.
  • I “nettari di frutta”, quelli che siamo abituati ad acquistare nelle bottigliette con tappo a corona (pera, pesca, albicocca…), vengono prodotti aggiungendo acqua e zucchero a succo e polpa di frutta. La legge specifica per ogni frutto la quantità minima di succo e polpa da usare, in media si va dal 40% al 50%. Oltre al succo di frutta, all’acqua e allo zucchero, i nettari contengono di solito delle sostanze acide (acido citrico o acido ascorbico) per evitare che si ossidino e cambino colore.
  • Una cosa ancora diversa sono le “bevande alla frutta”. Una volta corrispondevano unicamente ad aranciate, limonate e simili, ma oggi comprendono anche tutta una serie di bevande non gassate che, camuffate da succo, reclamizzano in etichetta la presenza di diversi frutti e, spesso, di un gran numero di vitamine. In realtà, per le “bevande alla frutta” la percentuale di succo realmente presente può essere bassissima, fino al 12% (praticamente un bicchiere di succo su quasi nove di acqua…) ed è previsto che possa essere persino inferiore se sull’etichetta trovi scritto “bevanda al gusto di….”.

È chiaro allora che, se ti interessa davvero “bere” la frutta, i prodotti migliori sono i succhi e i nettari, mentre le “bevande alla frutta” o “al gusto di…” sono poco più che acqua zuccherata…

La qualità

Anche tra i “veri succhi”, ci possono essere comunque grosse differenze.

  • I succhi 100% frutta, infatti, possono essere ottenuti in due modi. Il più naturale è quello di confezionare direttamente il succo spremuto. Altre volte, invece, si preferisce concentrare il succo, trasformandolo in una specie di miele, da conservare e diluire poi con nuova acqua prima di confezionarlo e metterlo in vendita. I succhi prodotti in questo modo riportano la scritta "ottenuto da succo di frutta concentrato" e, in genere, sono di qualità inferiore, perché la concentrazione influisce sul gusto.
  • Meritano invece un discorso particolare i succhi freschi d‘arancia, per le loro caratteristiche vicine a quelle di una buona spremuta casalinga. Dopo la spremitura, il succo delle arance viene congelato, per essere trasportato e stoccato, quindi viene macinato, pastorizzato e confezionato. Questi succhi freschi sono buoni, ma vanno conser­vati in frigorifero anche a confezione chiusa, e una volta aperto il contenitore vanno consumati nel giro di uno o due giorni.
  • Ultimamente è un po’ cambiata la legge che disciplina la produzione dei succhi e dei nettari: non è consentito aggiungere più di 15 grammi di zucchero per litro, e qualsiasi quantità di zucchero aggiunta va comunque evidenziata in etichetta. Ai nettari, inoltre, può essere aggiunto anche il miele. Ma perché scegliere bevande dolcificate quand’è così buono il dolce naturale della frutta?

Non solo calorie

A parte l'acqua, il componente più abbondante dei succhi di frutta è rappresentato dai carboidrati, che possono essere naturalmente presenti, oppure aggiunti in percentuali variabili secondo il prodotto. Di conseguenza, varia anche l'apporto energetico, che comunque non raggiunge mai valori molto elevati. I succhi contengono poi alcune delle vitamine e dei sali minerali (soprattutto potassio) della frutta: fra le vitamine, la A (presente in forma di beta carotene) è quella che resiste meglio ai trattamenti di pastorizzazione, mentre la vitamina C in parte viene persa. In tempi recenti, è comparsa anche una vasta gamma di bevande alla frutta arricchite con vitamine, fibre o altri nutrienti. Queste bevande sono essenzialmente di due tipi: “ACE”, addizionate di vitamine E, C e A, e “Multivitaminiche”, con un numero di vitamine più ampio e variegato. È solo il caso di ricordare che la qualità di questi prodotti è quanto mai differenziata e che, comunque, una dieta giustamente variata, con un buon consumo di frutta e verdura, è il modo migliore per garantire all’organismo tutto ciò che serve, senza ricorrere a integrazioni costose e difficili da controllare