La produzione lombarda si caratterizza per un’elevata presenza di qualità e vanta 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT. Ciò è testimoniato dal consistente numero di denominazioni presenti e da una incidenza delle DOC e DOCG lombarde pari a circa il 60% della produzione totale di vino regionale (percentuale quasi doppia rispetto a quella nazionale).
La viticoltura lombarda è sempre stata caratterizzata da una grande diversificazione delle zone produttive, che si distinguono per condizioni climatiche e geografiche: una ricchezza che si estende dai versanti terrazzati della Valtellina, alle aree moreniche dei laghi Garda e Iseo, per raggiungere i colli appenninici dell'Oltrepo Pavese e la bassa padania.
In questi ambienti di rara bellezza e suggestione, grazie al lavoro di ricerca e sperimentazione prima in vigneto e poi in cantina, il panorama vitivinicolo lombardo si è evoluto negli anni, raggiungendo oggi livelli di eccellenza tra i più interessanti d'Italia.
Tra i vitigni a bacca rossa sono da citare Barbera, Nebbiolo, Bonarda, Uva Rara, Lambrusco, Croatina e Sangiovese, oltre agli autoctoni Groppello, Moscato di Scanzo, Pignola, Rossola nera e Vespolina.
Tra i vitigni a bacca bianca, quelli più diffusi nel territorio sono gli internazionali Pinot Bianco e Chardonnay, con cui si producono gli eccellenti spumanti Metodo Classico Franciacorta (insieme al Pinot nero, a bacca scura), Riesling (Renano e Italico), Trebbiano di Lugana e l’autoctono Invernenga.
La coltivazione di questi vitigni è divisa per il 41% in montagna, il 12% in collina e il restante 47% in pianura, su aree quindi, molto diverse da loro, sia dal punto di vista climatico che del suolo: si può passare da zone montuose con notevoli sbalzi climatici, favorevole allo sviluppo del profilo aromatico delle uve, fino a zone dal microclima unico al mondo come quella del Lago di Garda. Le caratteristiche favorevoli del clima e del suolo della Lombardia, unite alle moderne tecniche di vinificazione, garantiscono dei risultati qualitativamente eccellenti.
I Vitigni
In Valtellina il vitigno principale è il Nebbiolo qui chiamato Chiavennasca, altri autoctoni sono la Pignola, la Rossola, la Brugnola (conosciuta in Emilia come Fortana o Uva d'Oro), tutti a bacca nera, raramente vinificati in purezza e che rientrano nell'uvaggio dei vini classici di Valtellina. Nell'Oltrepò Pavese, il vitigno più diffuso è la Barbera, seguito da Croatina, Bonarda e Uva Rara.
Una menzione particolare merita il Pinot Nero, mentre i vini bianchi sono ottenuto con uve Riesling Italico, Moscati e Malvasie. La Franciacorta, nella zona del Lago di Iseo, è nota per la coltivazione di vitigni Pinot Nero, Pinot Bianco e Chardonnay. Nella zona del Garda e dei Colli Mantovani si coltivano i vitigni Groppello, Barbera, Marzemino e Sangiovese. Nella zona del Garda e dei Colli Mantovani la Pergola Trentina ed il Sylvoz sono le forme di allevamento più diffuse.
Le Denominazioni di origine
In Valtellina il Nebbiolo dà origine allo Sforzato di Valtellina o Sfursat di Valtellina DOCG, vino ottenuto mediante parziale appassimento delle uve, e al Valtellina Superiore DOCG. l'Oltrepò Pavese si è recentemente affermato come una regione di eccellenza per la produzione spumantistica (Oltrepò Pavese Metodo Classico DOCG).
La Franciacorta è anch'essa una zona nota per la produzione di spumante metodo classico (Franciacorta DOCG). Con gli stessi vitigni, ed eventualmente anche Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Merlot vengono prodotti i vini della Curtefranca DOC. Nella zona del Garda e dei Colli Mantovani segnaliamo la Garda DOC e Garda dei Colli Mantovani DOC con i vini a base di Groppello, Barbera, Marzemino e Sangiovese. Ricordiamo anche il Lambrusco Mantovano DOC e il Lugana DOC (vini bianchi a base del vitigno Trebbiano di Lugana) interregionale con la provincia di Verona.
Altre zone vinicole Lombarde sono la San Colombano al Lambro DOC, tra Pavia e Milano, con gli stessi vitigni coltivati dell'Oltrepò Pavese, e la Valcalepio DOC, situata tra la Bergamesca ed il Lago d'Iseo. In questa zona si coltivano i vitigni autoctoni rossi Moscato di Scanzo (da cui la Moscato di Scanzo DOCG). La provincia di Varese è rappresentata dalla denominazione Ronchi Varesini IGT. Il nome “Ronchi” si riferisce ai terrazzamenti sui quali, sin dai tempi antichi, venivano coltivati i vigneti della zona. I termini “ronco” , “ronchi” e “ronchetto” sono infatti molto diffusi nella toponomastica locale, ad indicare appunto questo tipo di coltivazione o di terreno.